Si fa silenzio, le luci morbide ci preparano ad un altro viaggio dove ancora una volta si raccontano le emozioni e i tanti sacrifici dietro agli uomini. Questa volta è Salvatore Marotta, conosciuto come Salvo, che ci narra la storia dell’azienda di famiglia, e nel farlo le sue parole diventano il tessuto emotivo della seconda generazione.
Nell’ambiente industriale delle macchine e dell’acciaio, Salvo si ritrova a far rivivere una storia che ha radici ben profonde. C’è un timbro di solennità nella sua voce, una sorta di evocazione sacra che trascende le pareti della stanza.
“Nel 1973 nacque la Fratelli Marotta Srl, ma diciamo che ha vissuto una seconda nascita nel 2007,” comincia così il suo racconto, gli occhi carichi di un’emozione che è un misto di orgoglio e dei tanti sacrifici compiuti.
Ascoltandolo è quasi impossibile non immaginare il risveglio evocato di un gigante dormiente. Quando lui e il fratello Antonio entrano a far parte nel circuito aziendale della Fratelli Marotta srl, da subito instillano infatti nuova vita in una struttura presente da anni, probabilmente lontana da linguaggi e dinamiche più moderne e fluide, ma certamente dalle enormi potenzialità.
Pendiamo dalle sue labbra, mentre le sue parole ci arrivano forti, dirette, trasferendo tutta la sua emozione e noi stessi entriamo a far parte della storia.
Salvo ci racconta dell’anno 2007, quando lui e il fratello presero le redini e si resero conto che avevano ereditato non solo un’opportunità, ma anche un’enorme responsabilità. Con una “sana incoscienza“, come la definisce, iniziarono a piccoli passi quello che sarebbe diventato un lungo cammino. Il lascito delle chiavi da parte del padre non era stato solo un gesto simbolico, un atto di fiducia che insigniva, ma riposava pesantemente sulle loro spalle: lo stare al timone di una pesante nave che attraversa acque oscure e sconosciute.
Salvo fa una pausa, i suoi occhi si velano, mentre le mani si stringono, quasi come se tenesse quel timone invisibile. “Non è stato facile”, sospira trasferendo il peso di quei momenti.
Salvo continua e subito nei nostri occhi vediamo materializzarsi un racconto, sembra quasi di assistere ad un film, una patinata pellicola in bianco e nero, proprio come quelle foto che ritraggono Antonio bambino.
“Antonio, mio fratello,” continua Salvo, con una dolcezza nella voce che rivela il calore provato, “è la mente progettuale di questo luogo”.
Ci descrive Antonio come il cuore meccanico dell’azienda, vestito di numeri e precisione. Salvo lo descrive come cresciuto tra le vibrazioni delle macchine e l’odore dell’olio; era già in azienda, quando i suoi anni si contavano sulle dita di una sola mano. Nel racconto si avverte una sorta di meraviglia riverente verso il fratello.
D’un tratto Salvo sorride, e per un momento, sembra che tutto l’ambiente industriale si scaldi al calore di quel sorriso.
“E poi c’è il sottoscritto”- irrompe. E sì, perché dall’altra parte c’è lui, Salvo, il poeta della coppia, l’uomo delle grandi visioni e dei sogni filosofici, l’intellettuale della famiglia, che completa perfettamente l’altro lato della medaglia.
Salvo ci racconta degli anni universitari trascorsi in compagnia dei libri e di tante discipline amate e fatte proprie al punto tale da poterle poi riversare all’interno dell’azienda, che diventava così un terreno fertile dove le passioni dei due fratelli non erano più solo sogni, ma diventavano motori di un ingranaggio sempre in continuo movimento.
Salvo ricorda gli anni 2007-2010 come un periodo di ansia e incertezza, un sentiero oscuro che avrebbero dovuto attraversare, per raggiungere la luce. Eppure, con voce traboccante di orgoglio, i suoi occhi si illuminano fieri mentre ci conferma che sì, adesso sono certi di aver fatto la cosa giusta!
Indubbiamente c’erano state delle scelte molto audaci, come quella di trasformare l’azienda da un business retail, rivolto al privato, a un’entità esclusivamente B2B. La decisione aveva pesato come un macigno, ma l’avevano presa con la consapevolezza che potevano, e avrebbero, raggiunto gli obiettivi che si erano prefissati.
Molte le difficoltà, ci racconta con nostalgia consapevole e a tratti amara. C’erano state notti insonni, momenti in cui il futuro sembrava incerto. Ma la trasformazione era inevitabile. Da un’officina che produceva porte e finestre, come tante, erano diventati un simbolo di innovazione, non solo in Italia ma ben oltre le sue coste.
“Il nostro orgoglio,” afferma Salvo, e ora la sua voce assume una tonalità quasi mistica, “è di aver applicato qui dentro le nostre passioni, le nostre idee. Il segreto è stato quello di aver riposto energia inesauribile in ogni attimo trascorso in azienda e di aver dato corpo e anima a quelli che erano solo sogni, desideri e aspettative verso l’azienda”.
Si ferma un attimo e ci guarda, come per assaporare le parole, gli occhi luminosi e la voce leggermente incrinata dall’emozione, ma sappiamo bene che non sta guardando noi. Il suo sguardo continua a posarsi leggero tra i ricordi del passato, mentre continua a raccontare.
“Abbiamo stravolto tutto,” riprende con voce ferma ed enfatizza ogni singola sillaba, trasformando la stanza in un teatro di ambizioni e rivoluzioni.
Rivoluzionari di fatto lo sono stati, eccome, nel loro spirito ma anche nei fatti, Salvo e Antonio. E di quella azienda hanno rinnovato ogni angolo, ogni percezione. Non solo l’aspetto fisico della sede e l’opificio, ma hanno anche instillato concetti come indagine aziendale, reputazione, brand e logo.
Nasce Eurocassonetto, un nuovo marchio, che vede Salvo e Antonio non più all’inizio del loro viaggio, ma parte integrante di quella crescita esponenziale che ha premiato le loro intuizioni imprenditoriali.
Salvo parla del nuovo brand, frutto di questa forte unione fraterna e composto non solo di metalli e ingranaggi, ma anche di sogni e di anime. C’è un tono di orgoglio irrinunciabile nelle sue parole, come se ogni successo dell’azienda fosse una conferma della loro identità, un timbro indimenticabile del loro essere.
Chiediamo cos’è l’azienda per loro oggi. Salvo riflette a lungo, e ci restituisce quasi la faticosa impossibilità di dare “una etichetta”.
Eurocassonetto è senza alcun dubbio il frutto delle loro rinunce, dei loro sacrifici, delle loro lunghe ore di veglia e di lavoro. Ma era anche la manifestazione del loro inesauribile desiderio di andare avanti. Con più di 25 prodotti nuovi a catalogo, e una mentalità ancora fresca e innovativa, vedono un futuro ancora pieno di possibilità.
“Oggi siamo un nome conosciuto non solo in Italia, ma oltre i confini europei. E non abbiamo intenzione di fermarci qui.” Gli occhi di Salvo brillano, rivelando sogni non ancora realizzati e ambizioni inesaurite.
“Stiamo avanzando verso una trasformazione totale di industria 4.0, con macchinari tecnologici che aumenteranno la nostra competitività, e un nuovo edificio ecologicamente sostenibile, in perfetto stile eco-green”.
E con queste parole, Salvo chiude il suo racconto, lasciando nell’aria una sensazione palpabile di una storia non ancora terminata, di un viaggio che continua ad andare avanti, un’eredità che trova ancora il suo modo di fiorire in nuovi inizi.
E per quanto riguarda il futuro? – vorremmo chiedere ancora, ma non lo facciamo, perché la risposta l’abbiamo trovata, a questo punto, dentro noi stessi e diventa monito come una notte senza nuvole: “se riusciremo ad allontanarci dai confini noti, seguendo le stelle che non hanno mai visto barriere, scopriremo che il nostro orizzonte non sarà mai un limite, ma semplicemente l’inizio di nuove infinite opportunità ancora tutte da esplorare”.